domenica 24 febbraio 2013

..e la neve se ne frega...

L'orologio si sta avvicinando velocemente all'una, mio figlio dorme il sonno degli innocenti da quasi tre ore e anche mia moglie ha raggiunto il meritato riposto notturno. E intanto, in questa placida domenica di fine febbraio la neve continua il suo incedere, cercando di lasciare un tiepido ricordo della sua presenza mentre le porte della primavera sembrano già schiudersi all'orizzonte.

Strana questa analogia che mi si è formata in testa e che cerca di trovare la sua ragion d'essere su queste pagine, giusto prima che Morfeo decida di decretare la sua vittoria sulla tazzina di caffè che coraggiosamente ho bevuto poco dopo cena.

Dicevo, strana questa analogia. Ma probabilmente poco chiara per chi sta leggendo e non riesce a decifrare i miei pensieri. Ci arrivo, non preoccupatevi.

Domani si dovrebbe decidere il destino del paese. O almeno così ci dicono incessantemente da più di tre mesi. Si dovrebbe decidere da che parte tapparsi il naso, mettere una x da qualche parte e pregare di non rivedersi così presto come la logica sembrerebbe suggerire. Belle prospettive per una domenica di festa no?

E allora ti chiedi: perché farlo? E mentre cerchi la risposta ti affacci alla finestra e vedi quella neve che scende. Incessantemente. E che incessantemente si scioglie, non lascia traccia di sé, si trasforma, fatica, ma già sa che il suo destino è segnato, che ormai marzo è troppo vicino per concedere qualche speranza di una duratura presenza sulle nostre strade.

Ma la neve se ne frega. Ci prova. Ci deve sempre provare. E allora ti domandi se la neve si ostina a crederci, a provarci, a cadere nonostante la logica suggerirebbe di non lasciarsi perdere lungo le strade, chi sei tu per decidere di non provare un'altra volta? Te lo chiede la tua coscienza, te lo chiede tuo figlio che è di là che aspetta di crescere. Te lo chiedi tu. E, forse, ce lo chiediamo tutti.

La neve se ne frega. E forse noi dovremmo crederci. Almeno domani. Almeno ancora un'altra volta.


lunedì 11 febbraio 2013

Scelte e passi senza tempo

Scrivo velocemente, un po' perché domattina mi aspettano giusto quegli 80 cm di neve da spalare, un po' perché l'argomento in questione è sicuramente pregno di così tanti risvolti che avere in questo momento un'immagine chiara della situazione e dei possibili scenari è davvero complicato.

Ma nella marea di commenti, notizie, servizi e approfondimenti che si stanno succedendo in queste ore (sì, per i più distratti sto parlando del fatto che il Papa abbia deciso di abdicare), volevo semplicemente condividere e comprendere, con chi vorrà leggere queste parole, il peso di una scelta, fatta da un uomo con quella che spero e immagino sia una dose di umiltà non indifferente. Criticata da molti, compresa da altri, ma difficile, questo credo sia indubbio.

Così come allo stesso tempo credo sia stata una scelta ammirevole quella del predecessore Giovanni Paolo II, ovvero di rimanere sulla "croce" fino all'ultimo secondo e all'ultimo istante, mettendo a nudo la propria fragilità di essere umano.

Contraddizioni? No. Solo che credo che in un periodo storico dove è molto più facile (più comodo?) farsi scegliere o dove si teme sempre di poter prendere una strada invece che un'altra, il coraggio di due uomini (perché ricordo che di uomini, con i loro pregi e con i loro difetti stiamo parlando) di prendere una strada netta e in contrasto con quello che i più avrebbero richiesto sia da ammirare. Credenti o meno, una lezione importante.

E per questo farò finta di non ascoltare dietrologie, commenti piccati, analisi da moviola o discorsi di piazza.

Voglio solamente comprendere e condividere la debolezza di un uomo che davanti alla Prova ha deciso di fare un passo indietro. E che ha saputo scegliere.

Poteva continuare? Forse. Tutto ciò potrebbe non essere il bene per la "sua Chiesa"? Anche. Ma ha scelto.

Quanti là fuori possono dire lo stesso?


martedì 5 febbraio 2013

Ah, qua abbiamo riaperto

Se vi siete già accorti, o qualora stiate facendo finta di niente.. qua abbiamo riaperto.

Certo, c'era un po' di polvere, ma c'è tanto da scrivere, tante idee, tanto sonno (ma quella è l'ora) e probabilmente c'è anche bisogno di mettere un po' d'ordine, fuori e dentro da queste mura virtuali.

C'eravamo salutati con un pargolo appena nato, ora il pargolo in questione ha superato l'anno e il futuro si prospetta ricco di speranze e carico di punti di domanda. That's life dicono.

Per chi è ancora pronto a ripartire per questo viaggio, la porta è sempre aperta.


lunedì 4 febbraio 2013

Perchè ridere fa bene alla vita - 28


Quando si ha a che fare con un piccolo esserino lungo poco più di 50 cm (che d'ora in avanti chiameremo convenzionalmente "l'essere") si impara presto che tutti i corsi di sopravvivenza a cui avete partecipato durante gli anni hanno finalmente raggiunto il loro scopo.

Dovete infatti sapere che, nonostante vi possiate ritenere di intelletto superiore, forti della vostra esperienza e del vostro navigato carisma, loro, questi piccoli e simpatici "esseri" sono sempre una spanna oltre a voi. E la vostra può essere solo una resa non condizionata.

Proverà comunque a donarvi un decalogo di sicurezza per limitare perlomeno i danni, certo che, comunque vada, sarà un successo.

1) Quando l'essere viene approcciato per la fase di cambio pannolino dovete essere pronti a tutto. Se poi avete la fortuna di avere un essere di modello maschile dovete sapere che la potenza è inversamente proporzionale alla lunghezza del proprio "affarino": lasciatelo libero per i pochi secondi necessari per prendere la nuova mutandina extra assorbente e verrete investiti da un idrogetto in grado di allagare il bagno in meno di 10 secondi; il tutto ovviamente accompagnato dal sorriso malefico dell'infante.

Nota bene: Occhio a dove punta con il suo piccolo cannoncino: "l'acqua degli angeli" non ha un buon sapore.

2) Se vi sorride mentre sta mangiando, sappiate che il vostro destino è segnato: da lì a poco verrete infatti investiti da un'eruzione lattifera modello Krakatoa, capace di generare una maschera facciale istantanea al dolce sapore zuccherino. Dite pure addio a camicia, felpe e maglioni.

3) Non osate mai sfidare l'essere: qualora si senta minacciato nella sua virilità il piccolo risponderà nella maniera più spietata possibile; e se dovesse iniziare a fare pupù quando è a chiappette al vento, niente potrà fermare l'irresistibile forza dei suoi lombi capace di generare una massa pari a quattro volte il peso dell'infante.
L'unica salvezza è creare una barriera protettiva di pannolini per cercare di arginare il problema, ma non pensate minimamente di poterlo fermare.

4) Le coliche sono un bel problema, probabilmente l'evento più doloroso che l'essere abbia mai avuto modo di provare nella sua breve esistenza; non pensate però che appoggiare la sua testa sulla vostra spalla massaggiando delicatamente la schiena possa essere una soluzione al problema. Non appena avrà il vostro timpano sotto mira, casualmente troverà la forza per inarcare la sua piccola e rotonda testa calva e indirizzare all'interno del vostro timpano un urlo capace di generare un terremoto del 2.4 scala richter. Tappi per le orecchie sono l'unica possibile salvezza. 

5) Anche la notte è un momento particolare, soprattutto quando il vostro piccolo essere decide che le 3 di mattina possono essere un buon momento per svegliare i genitori; e voi, quando alzandovi cercando di mantenere una posizione eretta accettabile vedrete i piccoli fari del vostro piccolo, comunemente chiamati occhi, aperti e squillanti non coltivate neanche una minima speranza. La notte è andata e il sonno pure.

6) I denti. Sì, i denti. Sarebbe sufficiente questa parola per simboleggiare il dolore catartico che il loro arrivo comporta: momenti di gioia che si trasformano in tragedie greche nel giro di una manciata di decimi di secondo, il ringhiare sommesso al solo avvicinarsi di qualcosa di "mordibile" (neologismo approved!), le urla apocalittiche nel cuore della notte. Quale soluzione? Creme e gel istantanei sono solo dei tamponi ad una soluzione che non esiste. E no, incidere la gengiva dell'essere non è esattamente consigliato.

7) Lo ammetto, quando l'essere ha cominciato a mostrare i primi segni del passaggio da una posizione detta "del verme" ad un assestamento su due arti, il panico si è diffuso. Come arrestare il suo incedere verso qualsiasi oggetto a portata di mano? In questo caso due le soluzioni: la prima, il filo a bassa tensione, sembra sia sconsigliato dall'associazione genitori per problemi di compatibilità; il secondo, quello che consiglio, prevede la costruzione di una serie di piramidi di mobili con cui portare in salvo il salvabile.
E il resto? Considerateli sacrifici all'essere per permetterne la crescita limpida e vigorosa.

8) Prese elettriche et similia; è ufficialmente provato: l'essere e i suoi simili sono irrimediabilmente attratti da qualsiasi foro di qualsiasi dimensione; ora, se avete delle prese a norma, è praticamente impossibile che le estremità delle mani dei vostri infanti possano infilarsi al loro interno, ma qualsiasi altro oggetto acuminato sarà per loro motivo di prova e gaudio. Se non volete quindi privarvi dell'utilizzo della corrente elettrica, in vendita potete trovare dei comodi copri-prese apribili con chiave personalizzata. Ecco, magari ricordate di non lasciare a portata di ingoio le chiavi in questione.

9) La tecnologia affascina l'essere, non c'è dubbio. Dategli un cellulare non funzionante e questo verrà lanciato ad una distanza siderale (per l'essere, si intende); dimenticate per sbaglio il vostro alla sua portata e lo ritroverete cosparso di una sostanza simile alla bava delle lumache nel giro di pochi secondi. Niente può fermare il suo incedere, il tutto ovviamente coronato da una risatina sadica nell'istante preciso in cui il nostro riuscirà a raggiungere il suo scopo.
L'unica possibilità è puntare su un surrogato giocattolo. Ma è un surrogato, appunto. 

10) Gran chiusura per quello che è il plus non ultra degli spauracchi paterni: il bagnetto. Esistono due varianti che potreste affrontare nelle vostre imprese: l'anguilla e l'incudine, entrambi visionabili in una stessa sessione.
L'anguilla prevede che il piccolo infante decida di mostrare a tutto il mondo quanto può essere facile uscire dalla presa del genitore, fornendo prestazioni da fare invidia ad una latta di olio d'oliva extravergine; l'incudine invece prevede che, esattamente nel momento in cui nel padre si insinua una falsa sicurezza, improvvisamente il peso del corpo, solitamente la testa, decide di sfruttare al massimo la forza di gravità, alla ricerca di spigoli o angoli scoperti.
L'unica vera soluzione in questi casi è un'imbragatura a doppie cinghie laterali con impianto di sicurezza e un sistema di puleggie ancorate al soffitto. 


Non disponete di tutto questo? Anche qui due alternative, anzi tre: lasciare il compito alla madre, pronti per criticare eventuali passaggi a vuoto; lavare l'infante con una bottiglietta d'acqua, possibilmente naturale; lasciare il piccolo all'aperto nelle giornate di pioggia. A voi la scelta.

E comunque, nonostante tutto, ricordate che non c'è niente di più bello dell'essere papà...




mercoledì 29 febbraio 2012

C'è chi dice no


Si torna a parlare di attualità su queste pagine, precisamente di calcio; credo che molti di voi abbiano avuto modo di sentire in questi giorni la polemica scatenata dal goal - non goal durante il big march Juventus Milan; ora, trattenendo un attimo il dispiacere del constatare che una volta queste partite le giocava l'inter, il grosso della polemica si è innescato alle parole di Buffon che mandavano un messaggio non esattamente sportivo: "non mi sono accorto che la palla era entrata, ma nel caso lo avessi visto non lo avrei detto alll'arbitro". 
A questo sono poi seguiti una serie di paragoni ecclesiali del tipo "non sono mica un martire" , " non ho il maglio perforante" e via dicendo che non è il caso di approfondire ora.

Ora la ciccia della questione è si è giocata sulla seconda parte dell'affermazione, ovvero quella presunta, velata omertà sportiva che il portierone nazionale ha confessato candidamente: allora ecco comparire chi parteggia per l'onestà di Buffon, chi sostiene invece che avrebbe fatto meglio a non dire niente, nonostante per tutti tale comportamento sia l'unico plausibile. 

Uscendo un po' da questa strada, ritengo di contro che il problema più grosso non sia il fatto che lui abbia parlato e affermato quelle cose (come dargli torto del resto?), quanto che il suo comportamento, esplicitato o meno, è uso e prassi comune. Ecco, è questa la cosa che più mi intristisce, anche di più di vedere giocare l'inter in questo periodo, il che è tutto dire.

Meditate gente, meditate. 


lunedì 27 febbraio 2012

La forza delle idee


Quello di cui voglio parlarvi oggi tratta lontanamente il mondo dei videogame, ma in modo più ampio va a toccare un tema che mi sta a cuore.

Facciamo ordine: circa due settimane fa il buon Tim Schafer ha lanciato una raccolta fondi per la produzione di un'avventura grafica old style tramite kickstarter, un sito che permette di recuperare denaro in maniera collettiva; ora non so quanti di voi conoscono questo "Schafer", ma per darvi qualche coordinata al volo, sappiate che è una delle menti più simpatiche dell'attuale scena videoludica e che ha avuto un suo grosso periodo di gloria intorno agli anni '90 quando le avventure grafiche imperversavano sui monitor di molti videogiocatori in tutto il mondo. Se avete in mente polli, carrucole e conigli schizofrenici sapete quello di cui stiamo parlando.
Ora, il budget iniziale richiesto era di "solo" 400.000 dollari, il minimo per creare un'avventura bidimensionale che potesse strizzare l'occhio ai fan di tutto il mondo, in un periodo dove peraltro per gli amanti del punta e clicca sembra sempre di essere sull'orlo del baratro. Mi seguite fin qui? Bene, andiamo avanti.
Vedete, il grosso del "problema" è che in meno di 24 ore la cifra raccolta ha sfondato quota un milione di dollari, mentre adesso stiamo veleggiando oltre i due milioni; per intenderci, delle persone come me e voi che stanno leggendo ora questo blog hanno dato dei soldi solo sulla fiducia per un progetto di cui per ora non c'è niente; riuscite a cogliere la portata di questo evento? E' qualcosa di eccezionale.
Una singola persona, in virtù unicamente dei suoi meriti e della sua professionalità, è riuscito a raccogliere una cifra impensabile, in un contesto, quello delle avventure grafiche, dai più considerato come non profittevole. 

L'uomo davanti ai meri calcoli, la passione davanti alla freddezza della logica. Potremmo applicare questa logica in n campi e uscirne sempre sconfitti, ma qui, quasi come un fulmine a ciel sereno, ecco qualcosa che sovverte una logica diventata purtroppo come standard de facto.
Ci credete che ora sono un po' più ottimista? E alla peggio, se dovesse andare male, mi divertirò con un bel gioco.

That's life!





giovedì 23 febbraio 2012

E se stasera si riesce a dormire..